Jornadas europeas de Escuela 2017


Abbiamo il piacere di annunciarvi la GIORNATA EUROPEA di SCUOLA che avrà luogo a Barcellona
il 21 e 22 gennaio 2017. Come è nata questa idea...

Programma Dossier Cartel Flyer  
Programa Dossier JEE2017 Poster JEE2017 Flyer JEE2017 La Commissione Scientifica, come già indicato, ha scelto di lavorare secondo una doppia modalità degli interventi. Si è così optato per interventi classici, di 15 minuti, e interventi brevi, di 5 minuti. Gli interventi di 15 minuti si trovano nelle sezioni “Il savoir-faire al singolare” e “Il sapere in atto”. Gli interventi di 5 minuti sono stati invece distribuiti in due sezioni da 6 interventi, nelle tavole su “Il saper fare” 1 e 2 La scelta riprende, in parte, un’esperienza messa a prova nella Giornata Europea di Tolosa, che ha introdotto una dinamica nuova del dibattito, non senza mantenere anche una modalità più classica di lavoro, per interventi più sostenuti nel tema delle nostra Giornate, centrate intorno a “Il sapere dello psicoanalista e il suo savoir-faire”.

Il sapere dell'analista e il suo savoir-faire

Testo di Presentazione della Giornata, Colette Soler

Che un analista sappia molto, non c’è dubbio. Anzitutto attraverso la propria analisi, visto che possiamo usare l’espressione “la psicoanalisi, didattica”, in cui la virgola indica che non ce ne sono altre, perché ciascuna analisi è un insegnamento. Poi tramite gli svariati studi che egli fa sui testi di quelli che da più di un secolo, da Freud a Lacan, hanno tentato di concettualizzarne l’esperienza. Tuttavia la questione riguarda il sapere col quale egli opera nel particolare dei casi che tratta e che rende possibile ciò che Lacan ha chiamato l’Atto analitico propriamente detto.

Quando Lacan intitola le sue conferenze del 1970 a Sainte Anne “Il sapere dello psicoanalista”, precisa che si rivolge ad un pubblico di clinici diversi dallo psicoanalista, e cioè agli interni in psichiatria che eventualmente fossero presenti. Era per dire a loro che dopo Freud, nella psicoanalisi, non ci sono altre vie d’accesso al reale del parlante se non quelle che passano attraverso il linguaggio. Del proprio analizzante stesso del quale egli tutto ignora all’inizio, l’analista dunque non saprà alla fine se non ciò che il dire analizzante avrà scritto con l’aiuto dell’interpretazione sul “muro del linguaggio”, dal fantasma al sintomo.

Questo termine di “sapere” che Lacan ha introdotto nella psicoanalisi, vi costituisce un paradosso. Anzitutto perché l’inconscio è piuttosto quello che giustappunto non si sa, un non saputo dunque, e perché il modello del sapere fornito dalla scienza esclude per definizione la soggettività, che non implica altro che verità singolari. Lacan da dato una bella formula del paradosso: gli analisti sono “gli studiosi di un sapere del quale non possono parlare tra di loro” e del quale si sa soltanto che ad essi viene dalla loro analisi spinta fino alle sue conseguenze. Da qui il fatto che sognino il vero sapere della matematica, del quale i matematici sì possono parlare tra di loro, benché la sua gestazione sia senza fine.

Ciò nonostante, si pone la questione di ciò che “deve” sapere l’analista, di ciò che ha “da sapere” secondo le espressioni che Lacan usa denunciando la “mistagogia del non-sapere”.

Che cos’è dunque questo sapere? Che c’è dell’inconscio? Che cos’è l’inconscio? Le sue conseguenze reali? Ciò che opera da analista ad analizzante nel dispositivo inventato da Freud? Ciò che costituisce il termine del processo? Ecc.

Lacan ha prodotto la nozione di atto analitico, nozione strutturale solidale con la messa in esercizio dell’inconscio in ciascuna analisi, per marcare che la funzione causale, operante, dell’analista, è funzione del sapere acquisito nella sua analisi. Ma il savoir-faire, l’abilità, non è forse un’altra cosa, che ci riporta alla contingenza delle particolarità? Lacan ha evocato questo in certi momenti, osservando che si è responsabili solo entro i limiti del proprio savoir-faire, giustappunto. Il che significa che questo savoir-faire egli non lo imputa alle scelte del soggetto. Da dove verrebbe allora, da qualche dono di natura? In ogni caso si suppone che esso sia distribuito in modo ineguale, più prossimo alle capacità che non al sapere. Generalmente parlando, in effetti, dalla cuoca all’artista, passando per le arti liberali, un saper-fare è un fare del quale non risponde alcun sapere articolabile. E tuttavia in certi campi esso si acquisisce parzialmente tramite l’esempio e si perfeziona con l’esercizio, come per “il tocco” della cuoca. Ma per l’analista, per il suo atto non c’è esempio che tenga, egli deve operare per reinvenzione; tantomeno c’è esercizio, poiché ciò che dell’esperienza si accumula ha piuttosto effetti di insabbiamento – e inoltre non sono i suoi propri meriti ad essere in questione poiché l’analisi non è …opera sua.

A che cosa può applicarsi nell’analisi? Ad accostare l’inconscio, a “maneggiare” il transfert, a saperci fare con la verità, a fare sembiante d’oggetto?

Andrà allora nel senso della routine dello psicoanalista funzionario che sa schiacciare i bottoni giusti, o piuttosto nel senso di una inventività quasi artistica?

Ma soprattutto da dove esso viene dato che non è applicazione di un sapere? Con la sua lieve connotazione di talento personalizzato non è forse lui che riporta in gioco quell’oscura componente personale che ogni formazione analitica punta a contenere per rendere possibile la famosa “neutralità benevola” di cui parlava Freud, quella sospensione delle caratteristiche proprie dell’analista, senza la quale la psicoanalisi vira alla rieducazione normativa? Non sarebbe forse questa, nella cura, l’ultima incidenza dell’essere proprio dell’analista, che la si metta in conto al suo fantasma piuttosto che al suo sintomo? Come accertarsi allora che la fecondità che gli viene imputata e di cui ci si complimenta a volte con questo o con quello, non dia all’atto un tale colore di singolarità da far sì che essa si emancipi dalle finalità analitiche?

Colette Soler, 24 luglio 2016

Il Comitato Scientifico fa inoltre pervenire le seguenti indicazioni:

1. Gli interventi si dovranno attenere a due modalità previste, che si alterneranno nelle diverse sessioni di lavoro: interventi brevi (5 minuti) e interventi più lunghi (15 minuti);

2. La data limite per la consegna del testo, completo e definitivo (necessario per la traduzione), è il 2 gennaio 2017.

3. La Commissione Scientifica desidera segnalare che il nostro tema di lavoro ha come obiettivo l'articolazione tra le due modalità, quella del sapere dello psicoanalista e quella del suo savoir faire. Non si tratta quindi di sviluppare una o l'altra, ma precisamente la loro articolazione, operazione che non nega l'eventuale beanza che le concerne.

Data: sabato 21 (giornata intera) e domenica 22 gennaio 2017 (mezza giornata)
Luogo: Auditori AXA, Avenida Diagonal, 547 e C/Deu i Mata, 111

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Commissione Scientifica:
Maria Luisa de la Oliva (CAOE, EPFCL–Spagna-F9) oliva2@cop.es
Rithée Cevasco (Segretaria passe, EPFCL-Spagna–F9) ritcev@yahoo.fr
Colette Soler (CAOE, EPFCL-Francia) solc@wanadoo.fr
Patricia Zarowsky (Segretaria passe, EPFCL-Francia) p.zarowsky@wanadoo.fr
Maria Teresa Maiocchi (CAOE, EPFCL-Italia-FPL) mteresamaiocchi@gmail.com
Mario Binasco (Segretario passe, EPFCL-Italia–FPL) mario.binasco@gmail.com

Il Comitato Scientifico è composto dai tre Segretari delle Segreterie della passe d’Europa e dai tre membri europei del Conseil d’animation et d’orientation de l’Ecole (CAOE).

Commissione Organizzativa:
Ana Martinez (coordinazione), Jorge Chapuis, Ramon Miralpeix, Guillem Pailhez.

È prevista la traduzione simultanea delle tre lingue: francese, italiano e spagnolo.

Continueremo ad inviarvi più informazioni con frequenza. Siccome Barcellona è diventata una città turistica di grande rilievo, bisogna prenotare il pernottamento in anticipo; persino a gennaio gli alberghi sono pieni. Nell’allegato troverete una lista di alberghi di diverse categorie e prezzi.

Abbiamo concordato delle tariffe speciali con l’Hotel NH Collection Costanza che si trova accanto all’Auditori AXA.

Iscrizione
-Tariffa normale: 60€
-Tariffa per iscritti ai Collegi Clinici: 50€; presentando documenti d’iscrizione ai Collegi
-Tariffa studenti: 40€; presentando documenti e minori di 28 anni

Invitiamo tutti i colleghi di Europa e perché no, anche a coloro dell’America Latina che desiderino cogliere l’occasione della manifestazione e di fare una bella vacanza nella città di Barcellona.

Cordialmente, Rithée Cevasco, Ma. Luisa de la Oliva e Ana Martinez

Barcellona informazioni
Telefono +34 934 108 317 da lunedì a giovedì dalle 12:00 alle 14:00 e dalle 19:00 alle 21:00
ana.westerhausen@gmail.com